Ospedale San Camillo di Roma. Assunzioni per medici non obiettori per garantire il diritto all'aborto
Nel novembre del 2015 l’ospedale San Camillo di Roma ha indetto, per la prima volta, un concorso per dirigenti medici riservato ai non obiettori di coscienza per contrastare la non applicazione della legge 194 sul diritto all’aborto, e nei prossimi giorni – finite le prove di esame – dovrebbero esserci le prime assunzioni.
Il San Camillo è il centro per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) più importante del Lazio e i ginecologi obiettori sono oltre l’80 per cento.
In questi giorni sono in corso le prove orali previste dal bando, ma nel giro di pochi si procederà con le due nuove assunzioni.
Nel giugno del 2016 il Commissario ad acta della regione Lazio (in questo caso, il presidente Nicola Zingaretti) emanò però un decreto con cui autorizzò l’ospedale ad aumentare a due il numero di ginecologi da assumere tramite quello stesso concorso. (Nicola Zingaretti è stato nominato Commissario ad acta nel 2013: questa figura è una specie di funzione straordinaria dell’amministrazione ed è prevista dal codice del processo amministrativo).
Un punto delicato. Il concorso indetto nella primavera scorsa dall'ospedale San Camillo, era dichiaratamente rivolto ai ginecologi non obiettori. E per questo duramente attaccato dai movimenti del Family Day. "Invece è stata una grande novità - aggiunge Fabrizio d'Alba - che finalmente riequilibra l'applicazione della legge 194, oggi depotenziata dal ricorso all'obiezione. Ed è dunque evidente che chi ha deciso di partecipare ad un concorso con questa finalità dovrà rispettare quanto scritto nel bando". Del resto già oggi il reparto di Ivg del San Camillo effettua circa 2400 aborti l'anno, di cui 1600 chirurgici e 800 farmacologici. Ma i numeri potrebbero crescere visto che in tutto il Lazio ormai i ginecologi obiettori sono oltre l'80%.
Bisogna pero chiedersi: funzionerà? Ed è questa davvero la strada per evitare la morte dei reparti di interruzione volontaria di gravidanza? E davvero un concorso finalizzato alla legge 194 rende impossibile l'obiezione?
Alessandra Kustermann, ginecologa famosa e non obiettrice, dice che di fronte ad una fuga così massificata (7 ginecologi obiettori su 10 in Italia), il modello-Lazio è "sicuramente valido".
"Non può bastare però. Bisogna agire sulla cultura di chi sceglie questa professione. Dove tutto fa parte della salute della donna: un parto, un'ecografia, una diagnosi fetale e anche, purtroppo, l'aborto. Io credo che le donne abortiscano per legittima difesa, per mille e una ragione, tutte da rispettare. E allora se da una parte è disumano obbligare chi fa gli aborti a fare soltanto quello, è ingiusto che ci sia chi se ne lava le mani.. Ognuno di noi deve poter far nascere un bambino, ma se ce n'è bisogno anche interrompere una gravidanza. Questo per me vuol dire essere una ginecologa".